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Supporto Ufficio Tributi, quando la scelta è obbligata

L’affidamento del servizio di supporto all’Ufficio Tributi è spesso una scelta obbligata per i Comuni che devono fare i conti con risorse scarse e competenze non specialistiche

Sempre più spesso gli Enti Locali sono costretti al ricorso al supporto all’Ufficio Tributi. La scelta è in molti casi obbligata e determinata da una serie di fattori di cui non si può non tener conto nell’ambito delle scelte strategiche dei Comuni. L’Ufficio Tributi, rispetto soprattutto a quanto avveniva in passato, è oggi chiamato a svolgere un ruolo determinante nella gestione dell’Ente. In un periodo in cui le entrate dei comuni sono sempre più ridotte, l’unica alternativa sembra proprio quella di puntare sul recupero evasione e sull’incremento dei tassi di riscossione dei tributi locali.

Sembrerebbe tutto semplice, se non fosse che in realtà una gestione attenta e puntuale dell’ufficio tributi richiede competenze trasversali, conoscenze tecniche approfondite, un’ottima dimestichezza nell’utilizzo degli strumenti informatici e, soprattutto, tempo a disposizione. Gli uffici tributi degli enti locali fanno spesso capo ad una sola persona che, in molti casi, è addirittura contemporaneamente responsabile dell’area finanziaria. Il dramma, insomma, è dietro l’angolo.

Supporto per l’Ufficio Tributi, perché la scelta è necessaria

Il responsabile dell’area finanziaria è spesso l’unico dipendente comunale ad occuparsi, contemporaneamente, di bilanci, fatturazione, mandati, reversali, imposte e tributi. Una figura che negli Enti ha assunto, soprattutto negli ultimi anni, un ruolo cruciale (anche a causa dei numerosi adempimenti). Immaginare che in un contesto come quello che stiamo vivendo, il responsabile dell’ufficio ragioneria possa occuparsi anche dell’Ufficio Tributi, dell’elaborazione dei piani finanziari e degli avvisi di pagamento, della bonifica delle banche dati, degli avvisi di accertamento, dei ruoli coattivi, delle ingiunzioni e, al limite, del ricevimento del pubblico, delle istanze in autotutela e dei ricorsi in Commissione Tributaria è probabilmente è una pura follia.

E così la scelta di ricorrere al supporto esterno per l’ufficio tributi diventa ineluttabile. Soltanto in questo modo i Comuni possono conseguire risultati interessanti senza necessariamente ricorrere all’esternalizzazione del servizio. Questa rappresenta davvero l’unica alternativa per poter continuare sia a tenere sotto controllo le entrate tributarie sia favorire un incremento delle riscossioni. Il ricorso a personale esterno, sebbene sia spesso visto di cattivo occhio dai contribuenti e dai cittadini, è l’unica strada percorribile per quegli enti che devono aumentare il gettito, combattere l’evasione e favorire la riduzione dei tributi locali a vantaggio dell’intera comunità.

Affidamento del servizio di supporto all’ufficio tributi

Quando si inizia a discutere della possibilità di ricorrere all’affidamento del servizio di supporto all’ufficio tributi a una ditta esterna, fin troppo spesso il responsabile d’area finisce nel mirino per aver optato per una soluzione che però potrebbe risultare necessaria. La motivazione è da ricercarsi, tipicamente, nella mancanza di risorse umane, nella mancanza di tempo (soprattutto di quello da dedicare alla formazione) e dell’impossibilità di coniugare, spesso in capo ad una sola risorsa, tutte le conoscenze e le competenze necessarie.

Il primo aspetto da valutare nell’affidamento del servizio di supporto all’ufficio tributi è quello di un’analisi costi-benefici della scelta. Se da un lato, infatti, l’Ente potrà contare su risorse dedicate al servizio, dall’altro è evidente che andranno sostenuti dei costi direttamente collegati all’espletamento delle attività. Ed è proprio in questo istante che avviene il famoso corto circuito. Molti pensano che l’affidamento del servizio all’esterno costituisca in realtà uno spreco: in fondo nei Comuni c’è già chi dovrebbe occuparsi del servizio.

Eppure lo stipendio lordo medio di un funzionario di categoria D si aggira intorno ai 26.000 euro per anno. Ai costi della risorse dedicata al servizio tributi andranno sommati i costi direttamente collegati e i costi fissi, ovvero di quelli afferenti l’intera struttura ma che sono in qualche modo ricollegabili all’espletamento del servizio. Considerando quindi una spesa annua complessiva (tra costo del personale, costo del capitale e costi direttamente imputabili all’ufficio tributi) non è assurdo sostenere che occorrano 30.000 € per anno per tenere in piedi l’ufficio tributi. Ipotizzando che la risorsa dedichi il 70% del proprio tempo per le attività di accertamento o di recupero dell’evasione, potremmo sostenere, senza il rischio di essere smentiti, che il costo che il Comune deve sostenere per l’ufficio tributi dipende per almeno 21.000 € dalle attività di recupero evasione. Siete davvero convinti che non ci sia una giusta motivazione per ricorrere all’affidamento del servizio di supporto all’ufficio tributi ad una ditta esterna?

Supporto all’ufficio tributi, le attività da esternalizzare

La convenienza, per l’Ente, nell’affidare ad una ditta specializzata le attività di supporto all’ufficio tributi sembrerebbe essere evidente. Di fatto lo è anche perché andranno valutati i benefici derivanti dalla possibilità di contare su risorse umane specializzate da dedicare al servizio. Normalmente gli enti sembrano optare per la completa esternalizzazione, in concessione, della riscossione ordinaria e coattiva dei tributi minori e, invece, delle attività di supporto all’ufficio tributi per i tributi maggiori.

Per IMU-TASI-TARI la scelta classica non è quella dell’esternalizzazione, anzi. Normalmente i comuni optano per preservare il servizio (che resta quindi internalizzando), ricorrendo all’affidamento del supporto all’ufficio tributi solo per la parte concernente la bonifica della banca dati tributaria e, volendo, dei servizi di recupero evasione ed elusione che genereranno vantaggi anche negli anni successivi, grazie all’effetto sulla capacità di riscossione dell’Ente.

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