Accertamenti IMU-TASI-TARI 2015, termini e prescrizione: i documenti necessari all’istanza

Il 2021 porta notevoli novità in materia di termini di prescrizione degli avvisi di accertamento IMU-TASI-TARI 2015. I contribuenti dovranno armarsi di tanta pazienza e dovranno dimenticare la fatidica data del 31 dicembre

Normalmente gli avvisi di accertamento per omesso o parziale versamento IMU-TASI-TARI 2015 sarebbero stati oggetto della prescrizione quinquennale. Il 31 dicembre 2020 sarebbe dunque stata la “scadenza” naturale perché gli enti impositori, tipicamente i comuni, potessero procedere all’accertamento e all’irrogazione delle sanzioni per omesso o parziale versamento. Questione diversa riguardava, come riguarda, la prescrizione degli avvisi di accertamento per omessa dichiarazione, la cui data ultima per la notifica è fissata al 31 dicembre 2021.

Da quest’anno, causa le difficoltà connesse all’emergenza COVID e al primo lockdown, il termine di prescrizione risulta spostato in avanti di 85 giorni e cade, nonostante il “refuso” della circolare 11/E dell’Agenzia delle Entrate che prevede 84 giorni, il 26 marzo 2021. Quindi, anche in deroga alle previsioni dello Statuto del Contribuente, i Comuni potranno procedere alla notifica degli avvisi di accertamento anche oltre il 31/12/2020 e, comunque, potranno procedere alla consegna degli avvisi all’agente postale entro il 26 marzo 2021.

Cosa fare in caso di notifica di un avviso di accertamento 2015 dopo il 31 dicembre?

La prima cosa che il contribuente dovrà verificare, anche senza recarsi di persona all’Ufficio Tributi, è la data di spedizione dell’avviso di accertamento. Se la data di spedizione è precedente o uguale al 26 marzo 2021, l’avviso di accertamento per omesso o parziale versamento non risulterà prescritto e quindi i termini risulteranno perfettamente in linea con le previsioni di cui all’art. 67 del Decreto Cura Italia.

Occorrerà dunque scendere nel dettaglio e affrontare l’avviso nel merito. Tipicamente uno dei principali motivi per cui si procede all’accertamento di una posizione IMU, TASI o TARI potrebbe essere legata alla mancanza di uno o più versamenti. Le motivazioni possono essere infinite, addirittura legate ad un errore dell’operatore che ha digitato i dati dell’F24 non correttamente determinando l’invio degli importi ad altro ente incompetente.

Prima di procedere all’istanza in autotutela, il contribuente dovrà armarsi di pazienza e, per prima cosa, inserire in una cartellina tutti i documenti utili alla corretta definizione dell’istanza. La documentazione, certo, varia a seconda della tipologia e delle motivazioni che soggiacciono all’emissione dell’avviso di accertamento ma normalmente dovremo disporre dei modelli di pagamento, visure catastali, eventuali contratti di compravendita o contratti di locazione che dimostrino le incongruenze con i dati catastali.

Insomma, avventurarsi in liti temerarie assumendo quale unica motivazione quella della prescrizione della pretesa tributaria non ha alcun senso. Il termini di prescrizione quinquennale, infatti, è da intendersi spostato dal 31/12/2020 al 26/03/2021 e analoga variazione sarà da considerarsi per tutti gli anni d’imposta successivi fino, quindi, all’anno 2019 il cui omesso o parziale versamento sarà accertabile fino al 26/03/2025.

Articolo realizzato in collaborazione con TipografiaClick – Cartelline Portadocumenti

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